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Rajasthan, il Triangolo D’Oro: un viaggio che vi cambierà nel profondo

“Tutto ciò che non viene donato va perduto”

Dominique Lapierre

L’ India  ti arriva come un sonoro schiaffo. Impossibile restarle indifferenti; usciti dall’Indira Gandhi International Airport ciò che ci assale è l’ onnipresente brusio di tuc tuc, genti, animali ( eh si anche quelli liberi per strada come noi ) tutti mescolati nel caleidoscopico carnevale di colori ricoperti da una coltre di polvere rossa. Da subito vengo colpita dalla gentilezza e la solarità con cui tutti salutano tutti, me compresa. Diciamocelo, qui da noi ci si saluta a malapena fra vicini …. invece qui il sorriso è un dono fatto col cuore, un dono gratuito elargito a suon di namastè. In effetti una delle prime cose che ho appreso è proprio un proverbio regalatomi dalla mia guida indiana Ganesh che recita così : “Accogli tutti come se fossero Dio”. La dice lunga non credete ?  😉

L’india non si sceglie per una vacanza, si sceglie perché si è alla ricerca di qualcosa. Nel mio caso la scelta è stata sicuramente sollecitata dal libro “La città della Gioia” di Dominique Lapierre ( di cui consiglio vivamente la lettura). Lapierre ritrae una miseria lacerante in cui manca tutto, ma non ciò che conta: la ricchezza dell’animo umano. In questo ritratto, scritto con parole estremamente vere ed evocative, ho trovato la volontà di partire alla scoperta di questa questa terra assieme alla mia inseparabile amica, Valentina. Il libro apre gli occhi su una realtà che si palesa immediatamente alle indomite viaggiatrici di turno; una realtà apparentemente molto cruda , che non fa sconti, ma una volta superato lo shock culturale, il cuore si apre e diventa recettore di bellezza. E così a cuore aperto, sembriamo tutti fratelli e sorelle, proprio per questo il primo sentimento lacerante è proprio il senso di colpa……. tranquille, non vi abbandonerà neppure una volta tornate a casa.

Si ok, direte – roba trita e ritrita – in vero questo tipo di testimonianze non sono mai abbastanza. Nonostante la fame, le malattie, lo sfruttamento di tutto lo sfruttabile, le persone più miserevoli del mondo sperano, vivono, festeggiano e credono in un futuro migliore. Potreste dire lo stesso pur trovandovi in condizioni molto più accomodanti ? L’india è la grande lezione di umanità di cui tutti avremmo bisogno. Dovremmo tornare a percepire cosa veramente conta. Frase fatta? Sicuramente, ma risulta essere direttamente proporzionale al nostro stato di torpore emotivo.

La felicità dipinta sui volti di gente che non possiede nulla, a volte nemmeno il proprio corpo, sembra essere l’antidoto per la nostra  (occidentalissima) emotiva sterilità. In questa terra ho visto  convivere col sorriso religioni differenti in spazi centellinati (spesso la strada);  mosche che regnano su tutto tranne nei cuori di queste genti. Vedere la ricchezza umana della solidarietà senza se e senza ma, è un messaggio che si deposita  sotto pelle come un nuovo tatoo.

L’India ci ricorda un concetto molto importante, da tempo perso da noi occidentali dalla pancia piena, un concetto che si riduce ad una piccola parola: UMANITA’. Infondo credo che l’India sia proprio questo ….. una palestra di umanità, un luogo in cui si ritorna  a familiarizzare con il nostro essere umani dotati di anima e cuore.

L’ India è uno dei paradossi che più amo. La mia guida Ganesh, aveva sempre la stessa riposta alle mie frequenti domande inopportune – Ganesh come si può donare latte ai topi e lasciar bambini senza cibo? – Eh si quando mi ci metto sono una rompiscatole ad intermittenza. La sua risposta a questioni paradossali era sempre una – Anastasia this is India – Si questa è anche l’India, un paese di paradossi che difficilmente un occidentale riesce a “deglutire” , tuttavia questa terra va amata per ciò che è non per ciò che dovrebbe essere.

Il mio viaggio in India della durata di 12 giorni si è svolto lungo il famigerato  Triangolo d’Oro  (Delhi/Agra/Jaipur),  con l’aggiunta di Mandawa, antico punto di sosta lungo le rotte carovaniere dirette in Estremo Oriente. La scoperta del Triangolo d’oro è cominciata a Nuova Delhi, ed è proseguita verso il celebre Taj Mahal, uno dei siti patrimonio dell’UNESCO, costruito per volere dell’imperatore Mughal Shahjahan, in memoria della moglie. Inseguito il viaggio si è snodato tra le più belle città del Rajasthan: Jaidpur “la città rosa”, Jodhpur “la città blu” ed infine Udaipur “la città dei laghi” . Durante il tour ho avuto la possibilità di addentrarmi nei magici deserti del Rajasthan godendo della bellezza delle dune del deserto del Thar, della magica città di Jaisalmer e delle appetitose leccornie di Bikaner ( è ufficiale, sono la più verace mangiatrice  di  Naan al mondo). Il viaggio è terminato ad Udaipur, la romantica città dei laghi, ma non prima di aver visitato il tempio di Ranakpurhttps, ritenuto il più spettacolare esempio di tempio giainista di tutta l’ India.

„In India ci sono bambini che vengono dati in affitto per chiedere l’elemosina. Magari, per esempio, questo business non sarà più così redditizio. Certo sarà importante non riservare lo stesso trattamento ai professionisti dell’elemosina e ai poveri cristi. Pensi che nella bidonville di Calcutta “la città della gioia” mai nessun mendicante mi ha mai chiesto soldi. La gente è poverissima ma si aiuta reciprocamente per sopravvivere: nessuno li sfrutta. A me hanno sempre dato tanto e mai chiesto nulla.“ — Dominique Lapierre

Qui di seguito ho riassunto le mete salienti del mio viaggio in Rajastan, o per meglio dire i MUST TO STOP da non perdere :

1 DELHI

la capitale indiana costituisce uno dei punti d’ arrivo dall’estero, soprattutto se si decide di visitare il Nord del Paese. Tuttavia, complici il caos, l’affollamento, l’inquinamento, il viaggiatore tende a non restare a Delhi più di una notte o al massimo due in questa città che è comunque un buon apetizer per prendere confidenza con questo magico paese.

2 AGRA

Agra, che si trova nello stato dell’Uttar Pradesh, è infatti la città che ospita uno dei monumenti più famosi al mondo, inserito tra le Sette Meraviglie del Mondo moderno: è il Taj Mahal, eletto simbolo dell’amore eterno per la romantica vicenda che accompagna la sua costruzione, voluta dall’Imperatore Shah Jahan, a commemorazione dell’amata consorte, Mumtaz Mahal. Credo che mai nessun uomo sia mai stato così devoto ad una donna.

3 JODHPUR

Denominata  la “città blu” per il colore delle sue case . Ciò che, al di là delle residenze e dei monumenti, rende Jodhpur speciale è lo scorrere della vita di tutti i giorni attraverso i coloratissimi vicoli della città. L’impatto visivo ad ogni modo resta davvero mozzafiato e lascia spazio per apprezzerà un pò della daily life indiana.

4 JAIPUR

Conosciuta come la “città rosa”, essa è  la capitale dello stato del Rajasthan. Affascinante labirinto di bazar, palazzi storici e sfarzosi, come il City Palace o Hawa Mahal, racchiusi per la maggior parte tra le mura della città.

5 UDAIPUR

Denominata anche “la città bianca” è uno dei luoghi più romantici dell’India. Il City Palace, adagiato sulla sponda del Lago Pichola, di sera viene illuminato, riflettendo le sue mille luci nelle acque del lago, uno spettacolo da mozzare il fiato.  Se desiderate vivere un’esperienza al top del romanticismo ( livelli diabetici ), prenotate una camera nell’albergo più gettonato di Udaipur, il Taj Lake Palace, concepito come residenza estiva dei sovrani, è oggi uno degli alberghi più lussuosi del mondo ed è divento ancora più celebre poiché è stato il set del film “Octopussy” della serie James Bond.

6 MANDAWA

Mandawa è una piccola cittadina che si è sviluppata lungo un’unica polverosa strada centrale. Sembra una anziana donna dai lineamenti ancora stupendi che in tono cagnesco ti sussurra ad ogni via – Senti cara, ora sarò vecchia e decrepita, ma una volta tutti si voltavano a guardarmi – ed è proprio così. Mandawa ebbe un lungo periodo di prosperità, poiché si trovava lungo il passaggio della via della seta.  Quetta città nasconde tesori a ogni angolo, come negozi  di tessuti pregiati e le già menzionate haveli, ossia le case finemente dipinte appartenute a ricchi commercianti della zona, testimoni di un glorioso passato.

7 BIKANER 

Si trova in una zona desertica e ma l’attrattiva principale di questa città è sicuramente il  Junagarh Fort, un imponente forte costruito alla fine del 1500 e con sontuosi ambienti una volta appartenuti al maharaja della zona. Anche qui, come a Mandawa, si celano numerose haveli nei vicoli della città vecchia circondata da una cinta muraria.

    

8 DESHNOKE 

Tappa obbligata per una sola ragione o esperienza da compiere: entrare scalzi in un tempio consacrato ai topi. Eh si , vi tocca ! Questo tempio di topi vi regalerà forti (e talvolta stomacanti) emozioni. Il tempio si chiama Karni Mata Temple ed è un luogo di profonda fede e devozione, perciò rispetto first !

9 JAISALMER 

Questa  è una delle città più affascinanti di tutto il Rajasthan, definita da molti come un luogo da “mille e una notte”,  al confine del deserto del Thar. La particolarità della “città d’oro ” è che ha il suo forte è abitato ancora oggi. L’ arenaria gialla si disperde nei vicoli labirintici della città, tra i negozi di artigianato locale e le preziose haveli. Da Jaisalmer, è possibile nel deserto per un escursione in cammello.

Spero di avervi dato delle buone ragioni per cui partire, e ricordate l’India non è solo un viaggio ma un esperienza di vita.

Anastasia Galvani

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