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Parasite e il paradigma della disparità sociale: maneggiare con cura


“Il denaro è un ferro da stiro, qualsiasi piega i soldi la stirano.”

Sapete, i film asiatici vanno maneggiati con cura, come fossero un antico vaso di epoca Ming. In quale scivolone si può incappare? In uno letale, quello del giudizio maturato dal gap culturale, che ci allontana irrimediabilmente dall’essenza del film. Il nostro occhio occidentale è spesso intento a definirne subito la tipologia: commedia, thriller, dramma? Abbiamo costantemente bisogno di apporre un’etichetta che definisca il tutto, ancor prima di averlo terminato. 

Fonte: Amica

“Loro non sono ricchi perché sono gentili, sono gentili perché sono ricchi.”

Fonte: Il Post

Ho sentito numerosi giudizi su questo film ed ho appositamente atteso nel vederlo, proprio perché volevo prima immergermi nei pareri dei miei connazionali. Mai avrei immaginato che gli Oscars li avrebbero costretti a vedere un film coreano, ma è proprio questa la bellezza del cinema, a volte conduce in sentieri inesplorati . Le voci che ho sentito sono state numerose e discordanti, c’è chi lo ha trovato pazzesco, assolutamente inimitabile, chi invece confusionario e senza una vera essenza che lo caratterizzi, altri ancora lo hanno definito bizzarro ed inverosimile. Insomma per farla breve molti più perplessi che entusiasti. Tuttavia questo la dice lunga sul film, di certo non se ne rimane indifferenti. 

“Se non hai un piano niente può andare storto.”

Fonte: Coming Soon

  Il regista di Parasite, Bong Joon-Ho da bravo uomo nato sotto il segno della vergine ( nato il 14/09/69) non manca di ostentare la sua spiccata capacità analitica ed il suo continuo aspirare alla perfezione attraverso immagini iconiche, musiche evocative. Attento al dettaglio ed alla rigorosa disposizione di forme e luci, Bong Joon-Ho non lascia nulla al caso, persino il design del set parla da sé, non occorre usare disascaliche spiegazioni per mostrare le marcate differenze sociali di cui il film tratta.  In questo film le immagini urlano continuamente allo spettatore dei messaggi nitidi, senza bisogno di troppe parole, con il minimalismo che da sempre caratterizza la sceneggiatura di film del sol levante e che considero merce rara.   

Fonte: Now Megazine

Perché il tema è proprio questo, è la storia di una famiglia di “ultimi” e di primi che sono irraggiungibili, una storia vecchia come il mondo, una storia che è affine a tutto il modo. Il dualismo che spacca  il film in due infatti, non è che una realtà diventata comune denominatore in tutte le società moderne e non: la dicotomia fra ricchi e poveri, la grande disparità che genera odio e malessere nella società, poiché una soffre e l’altra è smisuratamente incline all’avere tutto. 

Fonte: Poodtopen

In questa società in cui la ricchezza possiede cordialità dei modi e una vita piena di agi si contrappone una società che vive nei sotto scala, sotto terra, come fossero ratti, figli di nessuno, figli del buio, mai baciati dal sole ma solo da disgrazia, nonostante ciò detentori di umiltà. Al contrario i ricchi sono dignitosi solo nei modi e nelle apparenze ma aridi nei cuori. Per loro, la puzza di povertà che questa famiglia emana genera un disgusto atavico, che neppure le buone maniere riescono a tenere a freno.

Credo che questo film vada maneggiato con cura come fosse una bestiolina indolente, senza pregiudizi iniziali , senza apporre etichette di genere. Va ascoltato come una di quelle poesie in cui, di primo acchito si fa fatica a capirne il senso, ma dopo il terzo ed il quarto verso, la forma si dispiega per dare spazio al significato profondo del poema.Parasite è un po’ come una poesia, minimale, evocativa, ma densa di contenuto.

Or dunque, fatene buon uso.

Buona Visione.

Anastasia Galvani

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