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Ascoli Piceno: ciò che si cela dietro un’oliva

“Ogni marchigiano colto usa mettere in guardia contro la tentazione di vedere le Marche come un tutto uniforme. Le Marche sono un plurale. Il nord ha tinta romagnola; l’influenza toscana ed umbra è manifesta lungo la dorsale appenninica; la provincia di Ascoli Piceno è un’anticamera dell’Abruzzo e della Sabina. Ancona, città marinara, fa parte per se stessa.”
(Guido Piovene)

Spesso mi chiedo come espletare la lentezza possa condurmi a vivere una vita più consapevole e appagante. Essere presente nello stesso istante in cui si esiste, può portare davvero ad uno stato di completa serenità ?

In un caldo pomeriggio di luglio ho lasciato che “il qui ed ora” mi conducesse nel sud delle Marche, zona a me sconosciuta nonostante io sia marchigiana, più precisamente ad Ascoli Piceno.

Così come come una zingara mi sono messa in auto con Federico, mio partner in crime da ormai tanti anni. Per nulla sorpreso dal mio ” e se andassimo ad Ascoli?” ( che dista almeno 2 ore e trenta minuti da dove vivo), ha da subito colto al volo il mio piano più che insolito per le 14:00 di un mercoledì pomeriggio. In meno di 15 minuti abbiamo preso tutto il necessario ( portafoglio e telefono ) e ci siamo messi in viaggio.

Ho sempre sentito parlare della bellezza di Ascoli con particolare concitazione per la sua piazza, decretata da molti come una delle più belle d’Italia (vox populi vox Dei) , per non parlare della sua gastronomia che non si limita alla popolare oliva ( per altro buonissima).

“Ascoli Piceno è una tra le più belle piccole città d’Italia, e non ne vedo altra che le assomigli. André Gide la prediligeva… Ascoli Piceno è bella come alcune città della Francia del sud, non tanto per questo o quel monumento in modo speciale, ma per il suo complesso, per la qualità antologica, per un incanto che viene da nulla e da tutto.”
(Guido Piovene)

Ascoli ci ha accolto con un vento sibilante ed i suoi infuocati blocchi di travertino, segreto di bellezza del suo affascinante centro storico. Le Marche sono una regione votata al motto “slow is the new fast”, le sue città, i suoi borghi ed i suoi centri bramano il turista che non ha fretta e rifuggono quello bulimico di bandierine e geolocalizzazione instant.

Ascoli è una perfetta esponente di questo stile di vita, la sua bellezza è racchiusa nella sua piazza e dalle mura circostanti. Essa è ricca di torri, chiese, piccole piazze e palazzi, come a voler mostrare al mondo che il suo centro nevralgico è un pò il centro del mondo. I suoi loggiati parlano di tempi antichi, è come se la vita della comunità si fosse perpetrata nella storia attraverso le sue interazione commerciali, arrivando dritta al nuovo millennio come una sorta di missile infra-temporale.

Ma veniamo a quelli che per me sono stati i principali “centri nevralgici” di questa mia visita nell’ascolano.

  • Piazza del Popolo: definita il “Salotto d’Italia” e la cui nomea la porta ad essere una delle più incantevoli piazze dello stivale. Da qui potrà partire la vostra visita, cominciando proprio dagli edifici che la circondano. PS: se avrete la pazienza di attendere il tramonto e quindi la sera, rimarrete abbagliati dal fascino retrò che emana quando illuminata dalle sue luci notturne.
  • La Chiesa di San Francesco: centro del culto ascolano, presenza preponderante all’interno della piazza, coglierà la vostra attenzione da subito. PS: da non perdere il grande portale gotico con sopra il monumento a Giulio II che si apre proprio sulla piazza.
  • Palazzo dei Capitani del Popolo: non voglio smorzare il vostro entusiasmo fotografico ma non si può salire nella torre che ha una vista mozzafiato sulla piazza. Tuttavia questo bellissimo edificio merita la vostra attenzione, anch’esso protagonista indiscusso della piazza.
  • Caffè Meletti: non vorrei subito generare concitazione fra i book lover in lettura, ma proprio in questo antico caffè si sedettero personalità come Hemingway e Sartre. Lo stile liberty del locale farà sognare ad occhi aperti gli amanti del vintage. Ps: obbligatoria la sosta per degustare il caffè corretto con l’Anisetta ( il liquore a base di anice ideato dallo stesso Silvio Meletti nel 1870 ).
  • Piazza Arringo: è stato il mio primo colpo d’occhio sulla città, essa ospita tutti gli edifici più rappresentativi dal punto di vista politico e religioso, nonché centro di aggregazione di molti ascolani.
  • Tempietto di Sant’Emidio alle Grotte: a soli 20 minuti a piedi da Piazza del Popolo, questo tempietto quasi nascosto alle folle, sembra voler nascondere la sua bellezza alle masse di visitatori per preservarla solo a quelli più attenti. Questo tempietto a sei colonne risalente al 1721, preserva ancora tutto il fascino e la sacralità che promette.

Credo che questi siano degli ottimi punti di partenza per approfondire la conoscenza di questa pittoresca cittadina del sud delle Marche. Spero di aver istillato un’oncia di curiosità in voi, tanto da farvi partire alla scoperta di questa (per molti nuova) meta.

Ps: Le olive all’ascolana sono chiaramente premio obbligatorio oltremodo squisito! Enjoy The Food.

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Anastasia Galvani

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