” Beirut, la città che ho sempre amato senza mai visitarla. Per noi siriani Beirut è la capitale dei poeti. Molti poeti e intellettuali siriani hanno trovato a Beirut l’abbraccio di una mamma per il bambino che ha perso la strada. Per me Beirut era la citta della libertà, dove ci sono molti giornali, case editrici che hanno libertà di stampa. In un tempo in cui in Siria l’arte e la cultura erano sfigurate.” Eva Ziedan
Rimasi stregata dal film Caramel, come accade molto spesso, la cinematografia è lo sponsor più diretto ed audace per promuovere certi luoghi.
La notizia di stamane mi ha lasciato completamente affranta. Perché proprio Beirut, perché colpire una città che con tanta tenacia brama un’esistenza limpida, fatta di bocconi di normalità. Infondo non credo che il suo popolo chieda tanto.
Nel tempo la si è distrutta e ricostruita con una tenacia inverosimile, per questo ancora mi chiedo il perché, qual’è l’indomabile spinta che tende a piegare innumerevoli volte milioni di vite, a tender loro lo scherzo di aver raggiunto un’ ordinaria normalità per poi farli ripiombare nella distruzione?
Lo trovo un piano mefistofelico, con un obbiettivo aberrante come fine ultimo. Preferisco pensare ( mentendo spudoratamente a me stessa) che si sia trattato di un incidente, di un “disastro bianco”.
Voglio che Beirut la Parigi del Medi Oriente ed il sogno di quel viaggio mi traghetti in un’immagine di futura ricostruzione, di bellezza immutata, poiché questa città se lo merita più di altre.
I luoghi che seguono sono quelli che mi ero appuntata fra i “must to see” per il mio week-end di viaggio. Questa è la bellezza che voglio voi conosciate di questa città, poiché sono certa che risorgerà nuovamente in una nuova primavera.
- Moschea di Mohammad Al-Amin : manifesto religioso di Beirut con le cupole azzurre e le pareti color sabbia sono certa che mi avrebbe da subito lasciato a bocca aperta. Il fascino e la spiritualità del Medio Oriente avrebbero da subito fatto breccia nel mio cuore affamato di bellezza.
2. Gemmayze e Mar Mickail Street: m’ immagino già seduta in un locale a sorseggiare del buon caffè bianco libanese, in queste vie intrise di street art dall’atmosfera bohemienne in compagnia di un buon libro ambientato proprio nella città come quello di SOBH Alawiya, “I miei sogni nei tuoi“. Mi sarei successivamente diretta verso le coloratissime scalinate decorate con graffiti e gli scalini dipinti color arcobaleno, dono creativo della comunità di artisti che popola da queste zone della city.
3. Il Museo Sursock: avrei passato un’intera mattinata in questo affascinante museo d’arte contemporanea libanese , nel quartiere di Ashrafieh. Sarei poi tornata verso sera per ammirare la facciata del palazzo illuminata, ( a furor di popolo definita come spettacolare).
4. Le Corniche: avrei fatto una lunga passeggiata verso il lungomare della città, pieno di palazzi e grattacieli moderni, che sembrano voler urlare al mondo l’idea di modernità e di Occidente della nuova Beirut, volto di una nuova società che brama al lusso e alla comodità delle facilities.
5. Beit Beirut, “La Casa Gialla”: sarei passata davanti a questo storico edificio ubicato a Rue du Damas, lungo quella che un tempo era la Linea Verde che divideva la città. Avrei osservato non con poca apprensione e tristezza l’impressionate casa ottomana. Avrei scandagliato ogni minima crepa dovuta ai danni subiti durante la guerra, orgogliose ferite di un passato che la città non vuole di certo occultare.
Beirut possiede ( uso il presente in maniera conscia e volontaria, come fosse una preghiera per il futuro) una bellezza disarmante che viene colta solo da chi nella vita ha fatto delle proprie sofferenze un valore aggiunto. Beirut non nasconde il dolore, ma lo incornicia e lo mostra al passante curioso. Beirut è un poesia gialla e polverosa, dolce quanto un dattero.
È una mia personale prerogativa di vita, quella di cogliere la bellezza ovunque. Non voglio che la vostra visione sia offuscata da case distrutte e video di esplosioni e macerie. Vorrei che faceste un regalo a questa città, collegandola attraverso le immagini vivide di vita che vi ho riportato, carpendone la vitalità, il colore, la fame d’arte e cultura che da sempre l’hanno contraddistinta, nonostante gli anni di guerre e attentati.
Faccio una promessa a questa bella e colta ragazza del Medio Oriente: “prima o poi c’incontreremo, prima poi faremo le dovute conoscenze, ma ti prego non mollare. Ce la puoi fare di nuovo Beirut.”
Per cinefili estimatori, qua una serie di film che parlano di questa città:
Per chi di voi all’ascolto volesse fare delle donazioni per supportare questa città ed il suo popolo, vi lascio un link dove troverete numerose organizzazioni a cui poter donare (nell’immediato) qualsiasi tipo di cifra che sarà utilizzata per l’emergenza: HOW TO DONATE .
Shukran: grazie.
“Beirut è una mela per il mare / un narciso nel marmo / il riflesso dello spirito nello specchio / la prima descrizione di una donna/ Beirut è fatta di fatica / Beirut è fatta d’oro / di Andalusia / di Sham / E’ una stella tra me e il mio amante / Beirut è il primo bacio, la nostra tenda e la nostra stella.” Samih Shqeir
Photo Credit Immagine di Copertina: Lonely Planet
Always Share The Beauty
Anastasia Galvani
Articolo lacerante, ho vissuto a Beirut 6 mesi e vedere tutto ciò fa davvero male.
Una città stupenda ! Avrei voluto visitarla anche io a breve.
Un’ enorme tragedia che non dimenticheremo!
Never Again! 🙏🏻
Sono anni che cerco di andare e mi “salta” sempre il viaggio..
Un pezzo del mio cuore è lì, una città che mi ha stregato !
Mi fa male il cuore vedere Beirut ridotta così dopo tanta fatica per ricostruirla!
Sono stata a Beirut due anni fa ! È straziante guardare le sue immagini ora! Grazie per aver condiviso la sua bellezza autentica.
Per ben 3 volte viaggio annullato , ma prima i poi avrò la mia Beirut !
Ci sono stata e ci ho lasciato il cuore . Devo leggere assolutamente il libro il profeta.