Il numero di volte in cui ho visto questo film raggiungere sicuramente un decimale. Il motivo? Chi mi conosce sa che ho questa abitudine da vera weirdo per cui attribuisco ad ogni film una stagione.
Per capirci: Anna Karenina va visto durante le gelide notti di gennaio, C’è posta per te decisamente in autunno, Ferie d’Agosto credo sia lapalissiano, Gli anni dei Ricordi nelle prime calde sere di giugno. Insomma, non vi biasimo se abbandonerete questo articolo proprio a questo punto. Ciò che voglio dirvi è che Lady Bird va visto in primavera.
Ricordate quel bellissimo periodo della vostra vita chiamata adolescenza, in cui il tempo era dilatato, tutto era un dramma o una comica, non contavate le calorie del cibo, i vestiti erano solo vestiti e non etichette. Quel momento della vostra vita in cui potevate prendere la forma che desideravate, essere ciò che volevate, poiché tutto era possibile. Sento ancora dentro di me quel potere, quella grande energia, quel fuoco che mi spingeva verso un futuro sconosciuto, senza timore alcuno. La vita era soleggiata, senza venti e tempeste, i suoi ricordi color seppia.
Grazie alle sue vicende da piccola adulta Lady Bird ripercorre un pò il nostro ultimo anno di liceo attraverso l’universalità di certi cliché, come decidere quale strada prendere, di chi innamorarsi, la conflittualità genitoriale.
Tutto questo mi fa respirare quella nostalgica vita che sembra ormai racchiusa in una dimensione fatta solo di ricordi. Ricordi che grazie a questa pellicola mi sembra di toccare con mano, come la prima volta in cui guidai la mia auto da sola e le strade che da sempre conoscevo mi sembrarono completamente nuove.
Quella tra me e questo film è una storia d’amore che dura ormai dalla sua uscita (2017).
Il film rappresenta l’esordio alla regia di Greta Gerwig, attraverso una commedia indipendente con la talentosa Saoirse Ronan. Esso racconta come la ricerca di un’identità negli anni dell’adolescenza sia un processo arduo. Ma perché la pellicola è stata così acclamata dalla critica?
A causa della sua etichetta di grande classico cinematografico da record, Lady Bird è circondata da un’aura magica. L’affascinante narrazione delle vicende di Lady Bird ( primo lungometraggio di una regista indipendente trentenne Greta Gerwig) evolvono come una leggenda, una fiaba nell’industria sempre più dura di Hollywood in cui il disincanto viene percepito come una peculiarità ormai superata.
Ambientato nel 2002, subito dopo la caduta delle Torri Gemelle, il film è una storia di formazione: Christine McPherson (Lady Bird) è un’adolescente con una personalità peculiare, capricciosa e volitiva, che ha il grande sogno di dedicare completamente la sua esistenza alla scrittura. In effetti, il suo desiderio principale è lasciare la sua città natale, Sacramento, dove frequenta una scuola superiore cattolica, per trasferirsi in un college della East Coast, dove immagina di poter trovare ciò che desidera: cultura ed uno stile di vita emancipato.
Christine-Lady Bird si lamenta ripetutamente di vivere nel «lato sbagliato dei binari» e lo spazio angusto in cui si svolge la sua vita da adolescente è probabilmente l’elemento più affascinante della drammaturgia cinematografica: dal punto di vista sociale, in Lady Bird, c’è un rappresentazione sorprendentemente audace di una California cupa e divisa, che appare molto distante dalle immagini tradizionali e omogeneamente luminose del paese.
Proprio la frustrazione di Lady Bird e la sua sete di riconoscimento sociale sono il carburante per la sua crescita personale ed allo stesso tempo, il seme della sua disillusione.
Il sapore agrodolce di questo film (non epico) risiede totalmente nella personalità ambigua di una futura donna, che segue il culto dell’ auto-realizzazione, non comprendo quanto questo attegaineto la porti ad essere completamente cieca difronte alle problematiche “reali” della sua famiglia. . Lady Bird è dunque l’ennesima declinazione dell’originale, irrisolta ed eterna ossessione del sogno americano: quell’avidità di scalata sociale che fa della conoscenza uno status, piuttosto che uno stato dell’essere.
Pertanto, il nucleo emotivo del film è la rappresentazione di una selvaggia e feroce storia d’amore madre-figlia, piuttosto del mero ritratto di rabbia adolescenziale.
Questa sensazione di essere così tossicamente amati da una madre così “attenta”, è probabilmente il focus del film. Un film che però conta sulla luminosa performance di Saoirse Ronan, giovane artista appartenente un pò discrete, fuori scena, ma assolutamente accattivanti e sicure di sé sullo schermo.
Ma veniamo ai punti cardine di questo film :
- L’amore è dare e ricevere attenzione, persino quando è soffocante.
- Il film rappresenta la classica storia del raggiungimento dell’età adulta, catturando l’universalità dell’esperienza adolescenziale ed i suoi lati comici.
- Il film scaturisce ricordi attraverso una qualità visiva che non risulta mai troppo nostalgica.
- Valorizzare chi ci circonda è un atto d’amore.
- Il rapporto tra madre e figlia si traduce in un amore universale, spesso paradossale e fatto di contrasti.
- Il fatto che le cose sfuggano di mano non è un disastro ma parte del percorso di crescita.
Il film è ora disponibile sulla piattaforma Netflix:
Or dunque, buona visione!
Photo Credit Immagine di Copertina: Cinematographie
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Anastasia Galvani
Visto , stravisto e rivisto ma non smetterò mai di guardarlo !
Sicuramente appartiene alla mia personale Top 10. Da vedere annualmente… a primavera chiaramente 😉
Saoirse Ronan l’amaro già da “ Amabili Resti”. È un portento !
Io non l’ho trovato un gran chè , anzi parecchio banale a dire il vero!
Si è vero forse non sarà da Oscar ma io lo trovo adorabile questo film .
Condivido, non ci ho trovato nulla di che , davvero sopravvalutato .
Quanto ho adorato questo film 😍.
Il film della mia adolescenza 😍❤️