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Salina e le Isole Eolie: 10 giorni di vita isolana che non dimenticherò

Esistono luoghi che profumano di blu.
Esistono blu che profumano di vulcani.
Esistono vulcani che profumano di emozioni.
Questo sono le Eolie.
(Fabrizio Caramagna)

Sfidando le leggi di Google Trend ho deciso ugualmente di parlare del mio viaggio nelle Eolie. Sono consapevole che non sia il periodo migliore, siamo alle porte dell’autunno, ma questa è una storia, la storia di un piccolo viaggio nell’ordinario che vorrei programmaste per la prossima estate. Vorrei preparavi alla gentilezza di queste isole, a scorci senza fine, a granite gigantesche, isolani affabili, gente semplice e di cuore, alla compagnia di felini liberi poiché sono di tutti, al riflesso della luna nell’oscurità del mare notturno. Per tutto questo ci vuole un’attenzione all’ordinario che richiede costante esercizio e vorrei cominciaste da subito.

Anche questa estate, ho scelto l’Italia per le mie vacanze estive: il mio paese. Come l’anno scorso, ero restia alla partenza. Strano direbbe chi mi conosce. Non c’è mai stata cosa che mi diletti di più del partire per un viaggio, ma come tutte le attività, richiede costanza e un secondo anno chiusa in casa è stato deleterio. La ormai nota “Sindrome della Capanna” si era improvvisamente impadronita di me, causandomi ansie pre-viaggio che mai (e dico MAI) mi erano balenate in testa, neppure per i luoghi più impervi come Brasile e India. “Infondo te ne stai a casa”, mi dicevo, “sono solo delle isole” e per giunta in Italia. Tuttavia c’era qualcosa che mi rendeva terribilmente inquieta, quasi non riuscissi a fare ciò che per me è sempre stato un atto naturale, atavico, quello di partire.

Così tra ansie e strani presagi, in un sabato di fine luglio tutto ha avuto inizio. La scelta di una casa e non di un hotel si è rivelata una mossa davvero astuta, anche per contrastare l’inquietudine da distacco domestico dopo molto tempo. Trovare un luogo da definire casa per 10 giorni, suonava già più cacofonico alle mie orecchie non più abituate ad un gergo al di fuori di quello familiare.

Dopo un viaggio di diverse ore tra volo, taxi ed aliscafo, un pò spaesata, sono giunta a Salina che non poteva essere più omaggiata dall’incantevole appartamento vista mare, di cui subito mi sono follemente innamorata.

“Come si diventa poeti?”.
“Prova a camminare sulla riva fino alla baia, guardando intorno a te”.
(Pablo Neruda nel film Il postino ambientato a Salina)

Ma veniamo all’isola.

Da subito la mia mente è stata permeata ed avvolta dalla vita isolana, che nella fattispecie si è palesata con una serie di gesti, immagini e rituali indelebili. Dal saluto benevolo di ogni passante nonostante io non fossi un autoctona, agli amabili felini liberi, con le loro fusa dispensate a chiunque, senza rimostranze ed indugi (non chiamateli randagi poiché nell’isola, come scritto in più cartelli, i gatti sono di tutti), all’invito delle amabili signore per ammirare i loro orti, con conseguente lamentela per assenza di pioggia ( assolutamente comprensibile). Capperi, cipolle rosse e pomodori appesi ovunque, neanche fossero dei dreamcatcher; azzurro, bianco e azzurro candidamente ovunque. Questa è stata la mia prima impressione di un’isola sognante e sospesa che richiama il bisogno di restare.

Salina è di fatto l’isola più grande delle sette dell’arcipelago delle Eolie. Questo motiva il suo verde ( qui si produce il favoloso Malvasia di Salina che arriva da un vitigno autoctono portato sull’isola, (dono dei greci). Le sue bellissime coste frastagliate e rocciose che vanno a formare baie, spiaggette e insenature davvero da suggestive, da dove poter godere di tramonti idilliaci.

Salina come tutte le Eolie, richiede dedizione.

Non sono isole facili, sono rocciose, frastagliate a giorni roventi. Alla vista delle rare famiglie con cani e bambini, il mio sguardo volava verso di loro con fare comprensivo e pieno di stima, probabilmente la loro caparbietà è direttamente proporzionale all’amore per l’isola. Ma cosa porta questi umani ad amare così tanto quest’arcipelago e nella fattispecie Salina?

Salina si conforma subito come casa, tutto è estremamente reperibile. Dopo soli due giorni si conosce già il fornaio, la signora Maria che vende le marmellate ed ortaggi nella sua veranda, i gatti della piazza, il bar del porto con la grinta più buona della vita. Tutto diviene famiglia.

Tuttavia ci sono luoghi che richiedono una sosta obbligatoria, ragion per cui sono certa che seguirete i miei consigli.

Must To See:

Santa Marina Salina, il porto principale di Salina: da dove partire se non dall’epicentro, da quella prima vista che già ti fa innamorare dell’isola? Minute casette rivestite di calce, i vicoli da cui l’aroma di capperi e basilico fuoriesce quasi ad incantare il viandante, la panoramica che si affaccia sull’immensità del mare. Ad accogliere e benedire lo stanco viaggiatore è la semplicità della  Chiesa seicentesca di Santa Marina , dove ci si rifugia appena arrivati per ringraziare del viaggio andato buon fine e ci si nasconde per una preghiera veloce, come buon auspicio di partenza. Da qui potrete addentrarvi subito, nel centro nevralgico dell’isola, a pochi metri infatti sorge Via Risorgimento lungo la quale troverete molti caffè e adorabili negozietti; prima delle 8:00 di mattina questa via funge da perfetto ritratto sociale dell’Italia abbiente, piena di governanti con divisa, che scendono dagli yatch delle loro famiglie, per acquistare cornetti caldi e quotidiani per i loro avvocati ed imprenditori di turo. Scene davvero caricaturali ma anche questo è il portfolio viaggiatori delle Eolie non solo hippy ed intellettuali 😉 .

“Sbaglia chi pensa che le Eolie siano isole. Sono miraggi che narrano la preistoria.
(Francesco Longo)”

Le Grotte Saracene : scavate nel tufo queste grotte creano un angolo di storia sospesa; ammetto che a causa del sole cocente, per un attimo ho avvistato i saraceni sbarcare con navi velate, ma credo faccia parte del fascino del luogo. In questa zona il mare è ancor più cristallino.

Pollara: è chiaro che si tratti nell’angolo più suggestivo e romantico dell’isola. Per gli instancabili sunset lover questo è un luogo magico ed imprescindibile, capace di anestetizzare ogni brutto pensiero ed ogni inquietudine, perché Salina è anche cura dell’anima.

Rinella: è un piccolo borgo di pescatori da cui attingere per una ritrattistica della vita popolare isolana. Per me è stato come come trovarmi davanti a dei quadri, tutto celava ritualità, quella necessaria per una vita dura ma appagante, fatta di piccoli e semplici gesti come tirare le reti o gettare l’ancora. Insomma tutte metafore di vita ma molto più pittoresca sull’isola.

Malfa: situata nella parte settentrionale dell’isola, rappresenta il più grande centro abitato, nonché forse il più autentico perché abitato più da autoctoni che da turisti. Un salto alla spiaggia dello Scarto è d’obbligo lungo questa sosta. Degno di nota è anche la pavimentazione della piazza di Malfa decorata da una grande rosa dei venti, simbolo del legame tra Salina e le altre isole Eolie.

Lingua: si tratta di una frazione, in cui potrete avere una visuale differente rispetto a alla solita paesaggistica che si affaccia sul mare. Qui troverete un’insolita laguna salmastra che si estende sotto ad un vecchio faro, rendendo il paesaggio a volte spettrale. Un must di questa zona è anche piccola Chiesa di S. Bartolo, non solo di immenso valore culturale ma la bellezza del suo sagrato domina e si affaccia l’immensa distesa di mare strizzando l’occhio alle isole di Stromboli, Panarea e Lipari.

“Giace tra la Sicania da l’un canto / e Lipari da l’altro un’isoletta / ch’alpestra ed alta esce de l’onde, e fuma. / Ha sotto una spelonca, e grotte intorno, / che di feri Ciclopi antri e fucine / son, da’ lor fochi affumicati e rosi. / Il picchiar de l’incudi e de’ martelli / ch’entro si sente, lo stridor de’ ferri, / il fremere e ’l bollir de le sue fiamme / e de le sue fornaci, d’Etna in guisa / intonar s’ode ed anelar si vede. / Questa è la casa, ove qua giù s’adopra / Volcano, onde da lui Volcania è detta; / e qui per l’armi fabbricar discese / del grand’Enea.(Virgilio, Eneide, libro VIII)

Escursioni fuori Salina

Doveroso per il viaggiatore neofita, non fermarsi ad una sola isola, se non dopo un’esposizione eoliani di almeno 10 anni, in cui si è visto e visitato tutto e si ha il diritto e dovere di scegliere la propria amata fra tutte. Notate che da Salina sono tutte raggiungibili in 1 ora o 30 minuti di aliscafo a seconda della distanza.

Nel mio Soggiorno Isolano ho visiatao altre 3 isole oliane:

Alicudi : non un’isola ma un pianeta a sé stante, una galassia che fluttua in un mare caldo e cristallino. Con 105 abitanti, quest’isola è un tesoro da preservare, un luogo magico in cui si respira la vita senza tempo, scandita dalle stagioni, dalla fatica fisica, perché ad Alicudi non ci sono strade e la si percorre solamente a piedi, gradino dopo gradino, il mezzo più utilizzato? L’asino, compagno indispensabile nell’isola.

Lipari : la più grande per estensione, è sicuramente tra le isole più mondane assieme a Panarea. Nonostante ciò preserva comunque l’autenticità di un’isola riservata e senza tempo. Lo scorcio più instagrammabile? Sicuramente piazza di Marina Corta, nel cui sfondo scorgerete la rocca del Castello di Lipari.

Vulcano : in questo caso si atterra in un pianeta marziano, fatto di zolfo, rocce gialle, sabbia nera ed enormi crateri, quelli nati della fusione di alcuni  vulcani, di cui il più grande è il Vulcano della Fossa, più a nord invece si trova Vulcanello. Quest’isola è a dir poco folle, somigliante ad un territorio extra-terrestre in cui vi sembrerà di atterrare per la prima volta.  

“Viaggiare per le Eolie con i traghetti è come navigare il Mississippi sulla chiatta con Huckleberry Finn. Le isole, dal traghetto, scivolano via lentissime e non escono mai veramente dallo sguardo. Circolano nel mare, si scambiano di posto, rimbalzano tra loro, scorrono sull’acqua come biglie su un tappeto di raso, e si riposizionano in ogni momento.”
(Francesco Longo)

Cibi il cui assaggio è obbligatorio:

  • Granita: vi causerà forte malinconia il sol ricordarla.
  • Pane Cunzato: una sorta di grande “bruschetta” circolare di pane grigliato e condito con pomodoro, origano e basilico.
  • Involtini di pesce spada: un’eccellenza dell’isola
  • Malvasia: tipico vino di Salina, dolce e liquoroso è simbolo dell’eccellenza enologica sicula.
  • Zuppa di scorfano all’eoliana: tripudio di sapori che difficilmente riuscirete a replicare. Vi confido un segreto, la qualità di questi piatti così semplici sta proprio nella freschezza e nel grande sapore dei suoi prodotti. Provate capperi e pomodorini freschi, impagabili.
  • Soundtracks consigliate per le isole Eolie
  • Air: Talisman, Le Voyage de Pénélope, All I need.
  • Vacations: Young
  • Timbre Timbre: Demon Host, Creep on Creepin’On
  • Generationals: Black Lemon
  • Joji: worldstar money
  • Eels: Fresh Feeling
  • Beck: The Golden Age
  • Bon Iver: Beach Baby, Wash
  • Cults: Always Forever

L’unico consiglio di viaggio che posso darvi è quello di abbracciare queste isole nella maniera più autentica. Affittando un’appartamento questa esperienza sarà più vivibile e vi lascerà ricordi indelebili ed una lancinante voglia di tornare. Approcciatevi sempre con rispetto agli isolani ed alla dimensione dell’isola, con le sue tempistiche ed i suoi imprevisti, d’altronde se aveste voluto la perfezione a discapito dell’autenticità sareste volati a Dubai. Prostratevi all’isola ed a i suoi tempi, vi ricompenserà quando meno ve lo aspettate.

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Anastasia Galvani

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