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I Book Blogger sono davvero onesti?

Di recente mi sono ritrovata a riporre i libri letti da inizio anno e con molto rammarico mi sono accorta di non averne apprezzati molti, tutt’altro. Vengo da un 2021 portentoso, in cui ho amato gran parte delle mie letture, così mi sono interrogata sul motivo di tanta “sfortuna” e sono giunta ad una conclusione piuttosto realistica. La realtà mi pone difronte ad un’evidenza lapalissiana: quest’anno ho selezionato le mie letture in base a dei trend o ai consigli di book blogger, scoprendo che il mio gusto non ha minimamente incontrato quello delle fonti di “influenza”. Ho trovato parte di questi libri davvero scandenti. Un esempio? L’ultimo libro che sto leggendo di Sally Rooney , “Dove sei Mondo bello”: uno scambio mail tra millennials che cercano di darsi un tono attraverso insight storico-politici o antropologici, lei cui conclusioni sono sempre di natura sessuale, così da non scontentare i fan nostalgici di 100 sfumature di grigio.

E pensare che Sally Rooney è considerata una delle scrittrici più talentose di quest’epoca.

Photo Credit : Corriere della Sera

Questo generare hype e casi letterari come quello di Giorgia Soleri con “La Signorina Nessuno” tacciandola di essere la reincarnazione dell’ innominabile Alda Merini, (paragone che mi ha causato una tremenda vertigine), lascia il malcapitato lettore tremendamente inerme riguardo ad altre varie ed eventuali delusioni letterarie.

La mediocrità sembra essere prerogativa di questi nuovi geni della letteratura, amplificata da una sponsorizzazione fallace e spesso simile alla vendita di solari da spiaggia.

Leggere libri sembra esser diventato un trend e se non ci si cimenta in letture “modaiole” o momentaneamente discusse, si ha l’impressione di non poter far parte di questa comunità di eletti venditori di carta stampata. Vorrei tralasciare la figura degli scrittori in questo millennio, ho l’impressione che siano tutti/e fashion blogger, con la sola differenza che cercano di rendersi accettabilmente seri parlando di argomenti socialmente “alti” e sentendosi sopra ogni discussione poiché facenti parte di una nuova “élite intellettuale”.

Sarò sincera, sento la mancanza di quelle figure poeticamente tormentate come Pier Paolo Pasolini o Violette Leduc, tremendamente taciturne ed allo stesso tempo scomode ed urlanti. Tutto questo glitter da social e questa patinatura hanno reso parte degli scrittori moderni a mio avviso poco credibili. Questa alternanza tra la vendita di libri e di scrub anti-cellutite infatti, crea in me un certo disagio se non imbarazzo nel fruirne ed essere parte di questo tipo di “community”.

Ma arriviamo ai book blogger e book talk, promotori della nuova rinascita editoriale. Personalmente seguo numerose pagine social e canali YouTube di “persone che parlano di libri” e devo dire che molte di queste producono contenuti davvero validi come : Matteo Fumagalli o Carolina Capria di @llhascrittounafemmina.

Carolina Capria di @lhascrittounafemmina

Tuttavia affidarsi ai consigli di qualsivoglia persona che parli di libri non è sicuramente una garanzia di qualità. Purtroppo quest’anno mi sono affidata ad una di queste pagine (@leragazzedelbookclub) dando piena fiducia, nonostante il target di letture fosse molto diverso dal mio gusto personale ed il finale è stato tragico. Queste letture così unanimemente acclamate da tutti i content creator , mi hanno fatto sospettare che ci sia una sorta di spinta dal basso al fine di far emergere determinati autori piuttosto che altri. Questi libri hanno tutti copertine accattivante e risultano esteticamente intriganti ma si rivelano avere contenuti davvero deludenti e spesso mediocri. Mi sono lasciata ammaliare dalle molteplici caption e dalle seguenti parole: “Ho ricevuto una copia gratuita di questo libro in cambio di una recensione onesta.” Questo tipo di linea può essere trovata in molte recensioni di blogger di libri, nonché su Goodreads, Amazon/Audible, TikTok, Instagram. Gli autori indipendenti ed i grandi editori amano regalare libri ad influencer. Tale modus operandi rappresenta uno dei pilastri del book marketing di questi tempi! Grazie a Reel e TikToker l’editoria si nutre una nuova linfa vitale . Tuttavia di tanto in tanto, ci sono state discussioni sull’onestà delle recensioni di questi ultimi ed il quesito persiste: questi blogger solo solo marketer o veri lettori con un gusto personale?

Matteo Fumagalli Youtuber

Vorrei perciò condividere con voi alcuni spunti di riflessione sul mondo del book blogging.

  1. I libri sono un’affare tremendamente personale. Le nostre preferenze in fatto di letture parlano di noi, della nostra personalità dei nostri interessi ed in un certo senso delle nostre priorità, non esistono book blogger giusti o sbagliati ma gusti similari e prospettive condivise. Per darvi un’idea, se in queste pagine non trovate mai libri che avete già letto in passato, questo è un pessimo segno. Significa che siete fuori dal target di lettura del blogger e difficilmente resterete soddisfatti dai libri consigliati ( la mia esperienza parla chiaro). Or dunque, farei sempre riferimento a persone che condividono con voi la passione per certe letture o autori, più numerose sono all’appello più saranno in grado elargire consigli letterari che sicuramente apprezzerete.

2. State lontano dai performer di lettura: leggere 10 libri al mese è irrealistico e spesso mi ritrovo a riflette sull’attenzione che questi book blogger possono avere leggendo in maniera così fugace e di conseguenza come il parere possa essere compromesso dalla “velocità di lettura”. Inoltre il messaggio veicolato è davvero negativo: non siete “il numero” di libri che leggete, non c’è nessuna gara là fuori, nessun audience da stupire, la lettura è un piacere non un dovere, prendetevi tutto il tempo che vi occorre.

3. Infine possiamo davvero fidarci delle recensioni dei book blogger? Ritengo che sia giusto esprimere il proprio amore per i libri così come il proprio parere ma diffidate da chi non da MAI pareri negativi. Non è normale che si leggano sempre libri memorabili, perciò scegliete sempre chi parla anche di libri che non ama, piuttosto che tessere continuamente lodi e comunicare solo attraverso accezioni “iper-positive”; spesso tutto ciò è frutto di collaborazioni con case editrici ed il giudizio sincero viene meno in questi casi.

Photo credit immagine di copertina: Istock

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Anastasia Galvani

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